MILANO PRESS - Arte e Cultura

















 

ARTE

 
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NATURA NATURANS. ROXY PAINE E MEG WEBSTER (OPERE DAL 1982 AL 2015

Il FAI Fondo Ambiente Italiano      
presenta dal 12 giugno 2015 al 28 febbraio 2016
a Villa Panza (Varese),  la Mostra 
Natura naturans. Roxy Paine e Meg Webster(Opere dal 1982 al 2015
Villa e Collezione Panza, Varese Circondata da un magnifico giardino all'italiana, Villa Menafoglio Litta Panza di Biumo è stata costruita alla metà del XVIII secolo per volontà del marchese Paolo Antonio Menafoglio e ampliata in epoca neoclassica dall'architetto Luigi Canonica, su incarico del duca Pompeo Litta Visconti Arese. La villa è celebre nel mondo per la collezione d'arte contemporanea che Giuseppe Panza di Biumo vi ha raccolto a partire dagli anni '50. Nei saloni e nelle grandi scuderie, sono oggi esposte oltre cento opere di artisti contemporanei, oltre a ricchi arredi del periodo che va dal XVI al XIX secolo e ad un'importante raccolta di arte africana e precolombiana. 
La Mostra Natura naturans. Roxy Paine e Meg Webster (Opere dal 1982 al 2015)”,
 è 
una mostra che vuole  riflettere  sul tema della natura come generatrice e fonte di vita, in concomitanza con Expo Milano 2015 Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita.

PIERO DELLA FRANCESCA.   IL DISEGNO TRA ARTE E SCIENZA

La grande mostra dedicata al Maestro di San Sepolcro
resa possibile dalla collaborazione tra la Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia e, tra gli altri, la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, attiva tra i prestigiosi musei prestatori

delle opere esposte, prorogata al 28 giugno 2015 

“PIERO DELLA FRANCESCA. Il disegno tra arte e scienza” è un appuntamento imperdibile, di rilevanza internazionale, un’esposizione dal sapore universale che consente di comprendere il linguaggio espressivo di Piero della Francesca – “Monarca a li dì nostri della pictura e architectura” come lo definì Luca Pacioli nel De Divina proportione (1509), gran fonte di ispirazione per il lavoro di Leonardo – e di decifrare i codici di lettura della sua opera, gettando nuova luce su un artista che ha tramutato la scienza in arte e che ha saputo influenzare, a distanza di tempo, le Avanguardie del primo Novecento e la pittura Metafisica, quella che, ufficialmente era nata a Ferrara con De Chirico, il fratello Savinio e De Pisis ai primi del Novecento, ma che aveva visto ‘la luce’ ben prima, proprio grazie a Piero ed ai suoi ‘insegnamenti impartiti’ all’Officina Ferrarese umanistico - rinascimentale di  Cosmé Tura, Ercole de’Roberti, Francesco del Cossa. La Mostra-Evento dedicata al maestro di Sansepolcro ed alla nascita dello studio ed applicazione della prospettiva quattrocentesca, è visitabile fino al 28 giugno nelle sale di Palazzo Magnani a Reggio Emilia,  procrastinata la chiusura grazie all’altissimo riscontro di visitatori. Il merito va sicuramente ai curatori, Filippo Camerota, Francesco Paolo Di Teodoro, Luigi Grasselli, che per la prima volta hanno pensato di evidenziare un aspetto della vita dell’artista fino ad ora poco indagato ma importantissimo per il suo percorso artistico: quello di matematico, teorico della prospettiva e disegnatore. Un successo che non sarebbe stato tale però senza la generosità di musei e biblioteche di tutta Europa che hanno permesso di mostrare al grande pubblico opere fondamentali della storia dell’arte italiana. Un ringraziamento particolare va a Ferrara, da cui proviene un’importante tavola di Sebastiano Serlio raffigurante una scenografia teatrale, la prima dipinta secondo i precetti vitruviani, custodita nella Pinacoteca Nazionale della città Estense. Fulcro dell’esposizione è l’esemplare del De Prospectiva Pingendi della Biblioteca “Panizzi” di Reggio Emilia, uno dei più importanti testimoni della fondamentale opera prospettica di Piero della Francesca, scritto in lingua volgare da grande umanista qual era: il prezioso testo fa fede del continuo labor limae del Maestro ed ospita nei suoi 110 fogli numerosi disegni di mano sua. Tra le opere grafiche e pittoriche di Piero (è esposto il suo magnifico affresco staccato del “San Ludovico da Tolosa” del Museo di Sansepolcro) presenti capolavori pittorici e grafici di altri grandi maestri del XV e XVI secolo quali Lorenzo Ghiberti, il ferrarese Ercole de’ Roberti, Domenico Ghirlandaio, Giovanni Bellini, Francesco di Giorgio, Albrecht Dürer, Bernardo Zenale, Antonio da Sangallo il Giovane, Baldassarre Peruzzi, Amico Aspertini, Michelangelo e molti altri.
                                                                                   
di Maria Cristina Nascosi Sandri                                      
                                                

 

Arte e Follia  Labirinto della Masone, Fontanellato (PR)

Fino ad ottobre 2015

 Antonio LIGABUE, Leopardo 

Con lo spirito di un Je déclare – parafrasando il J’accuse di Zola – riflessivo, quasi un ripiegamento su se stessi e le proprie origini, da parte dei protagonisti, è nata

Arte e Follia

la mostra ultima curata da Vittorio Sgarbi, dedicata a Ligabue e Ghizzardi che raccontano, ad un tempo, se stessi e la loro vicenda individuale, illustrando il loro peculiare mondo creativo, unico, ognuno a modo proprio, contemporanei nel limite ristretto di una topografia padana di pianura reinventata dalla mano dell’uomo. Organizzata da Augusto Agosta Tota e fortemente voluta dalla Fondazione Franco Maria Ricci ed il Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue di Parma, in occasione di Expo 2015, ben si colloca all’interno dello stesso circuito ufficiale della grande manifestazione. Dopo un battage pubblicistico internazionale, il Labirinto di Franco Maria Ricci a Fontanellato apre al pubblico per la prima volta presentando questo eccezionale iter artistico che si compone di 30 capolavori a firma Antonio Ligabue e 50 Pietro Ghizzardi, di cui 9 inediti, un’occasione unica per godere dell’opera di due straordinari protagonisti dell’arte della seconda metà del XX secolo, messi a confronto per individuarne le caratteristiche distintive. Ma molte anche gli elementi in comune: entrambi conobbero l’emarginazione sociale, le difficoltà dell’esclusione e dell’indigenza, i limiti di una formazione e di un bagaglio culturale che li obbligava a cercare in se stessi le motivazioni di un’iconografia che fosse in grado di ricostruire il loro mondo fantastico, unico, permettesse loro di interagire con gli altri, narrando, per immagini, le emozioni più profonde ed autentiche.
Entrambi crearono un linguaggio artistico assolutamente esclusivo, al di là ed al di fuori di scuole, maestri e modelli: un’affabulazione delle metafore della loro esistenza, dei loro sogni e dei loro desideri, della loro esistenza, insomma. Entrambi raggiunsero vette di altissimo livello, maestri originali e geniali dell’arte del XX secolo. La mostra è supportata da un catalogo èdito, con la consueta cura ed eleganza, da Franco Maria Ricci e s’avvale dei testi di Vittorio Sgarbi, Marzio Dall’Acqua, Pascal Bonafoux e Gianfranco Marchesi. La visita alla mostra sarà vieppiù golosa occasione per visitare il già famoso Labirinto di Franco Maria Ricci, in località La Masone, a Fontanellato, in provincia di Parma. Il complesso del labirinto ospita spazi culturali per oltre 5000 metri quadrati, destinati alla collezione d’arte permanente di Franco Maria Ricci (circa 500 opere dal Cinquecento al Novecento) ed una biblioteca dedicata ai più illustri esempi di tipografia e grafica, tra cui molte opere di Giovambattista Bodoni e l’intera produzione di Alberto Tallone.Completeranno naturalmente questa collezione storica tutti i libri e le pubblicazioni preziosissime curate da Franco Maria Ricci in cinquant’anni di attività.  More info to: www.labirintodifrancomariaricci.it

                                                                      di Maria Cristina Nascosi Sandri                


 

ANTONIO LIGABUE (1899-1965)


 

 

 

 

 

GUALTIERI  (Reggio Emilia) la cittadina  dove  HA VISSUTO PER OLTRE 40 ANNI, rende omaggio al suo celebre ed illustre concittadino a cinquant’anni dalla sua scomparsa  con   una grande mostra antologica
 dal 31 maggio all'8 novembre a palazzo Bentivoglio.  
tel 0522 221869

180 le opere   tra  dipinti, disegni, incisioni e sculture in terracotta in esposizione nelle
 Sale dell’Eneide e  di Giove del palazzo Bentivoglio.
I dipinti esposti, molti ritenuti massimi capolavori dell’artista, sono suddivisi nei tre periodi nei quali si è soliti ripartire l’opera di Ligabue (1928-1939; 1939-1952; 1952-1962) e coprono tutti i motivi della sua pittura: animali domestici e feroci, paesaggi svizzeri e padani, interni, ritratti, autoritratti
.
Nell’universo creativo  di Ligabue due sono i motivi  verso i quali  ha mostrato la sua attenzione: gli animali e i ritratti di sé.
Quest’importante appuntamento costituirà un punto fermo da cui partire per una corretta valutazione critica e storica del lavoro di Ligabue, in grado di sottolineare il grande valore di Ligabue nell'àmbito dell'arte italiana ed europea, al di là della fuorviante definizione di "naïf" che l'ha troppo a lungo accompagnato e ne ha mortificato la comprensione.
L’allestimento  nel Salone  dei  Giganti è stato ideato  da Mario Botta, che come dichiara lui stesso, ha trasformato “la meraviglia architettonica  della Sala dei Giganti nel cuore stesso dell’antologica dell’artista selvaggio e primitivo, vissuto nei decenni scorsi ai margini di questa città, che ora viene riconosciuto per la profondità del suo essere e per la sapienza del suo fare”
L’esposizione  è la prima iniziativa  della nascente FONDAZIONE MUSEO ANTONIO LIGABUE, nata con lo scopo di gestire,  promuovere il MUSEO ANTONIO LIGABUE, nonchè  valorizzare  l’opera dell’artista. L’esposizione è  curata da Sandro Parmiggiani e Sergio Negri, col patrocinio  del Ministero dei Beni  e delle Attività Culturali  e del Turismo,  della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Reggio Emilia, del Comune di Gualtieri
La Fondazione Museo Antonio Ligabue, presieduta da Livia Bianchi, coadiuvata da un consiglio di amministrazione composto da Achille Brunazzi e Stefano Landi, è diretta da Sandro Parmiggiani, storico e critico dell’arte, già direttore di Palazzo Magnani a Reggio Emilia. La sede è in Palazzo Bentivoglio,sito in piazza Bentivoglio,  edificio cinquecentesco progettato dall’ingegnere ferrarese Giovan Battista Aleotti, recentemente ristrutturato dal Comune di Gualtieri, ponendo in sicurezza anche quelle strutture lesionate dal terremoto del maggio 2012. I lavori hanno interessato anche lo spettacolare Salone dei Fasti, altresì detto dei Giganti, che ospiterà la collezione permanente e tutte le iniziative espositive temporanee di cui il Museo si farà promotore.
 
30 maggio 2015                                                                                                                 ornella torre

                                                 

DOMODOSSOLA | I ritratti di Carlo Fornara | Dal 31 maggio in mostra

 

DOMODOSSOLA: A CASA DE RODIS DAL 31 MAGGIO AL 31 OTTOBRE 2015

LA MOSTRA  CARLO FORNARA E IL RITRATTO VIGEZZINO Prospettiva e confronti

a cura di Annie-Paule Quinsac 
 
L'esposizione presenta 65 opere, tra dipinti, disegni e sculture, provenienti dalla Collezione Poscio e da altre raccolte private in grado di approfondire il tema della ritrattistica italiana di fine Ottocento e il legame tra Carlo Fornara e la tradizione figurativa sviluppata in valle Vigezzo.
 

COLLEZIONE MARAMOTTI: Enrico David ed Esko Männikkö



Enrico "La Caduta" David 
17 maggio - 18 ottobre 2015 

Esko Männikkö | Time Flies. A highlight 

17 maggio - 27 settembre 2015 
 
Collezione Maramotti presenta  due nuove mostre di Enrico David ed Esko Männikkö, in apertura il 17 maggio negli spazi della Collezione dedicati alle mostre temporanee. Continua a leggere...»
 
Collezione Maramotti  Via Fratelli Cervi 66, Reggio Emilia  Tel. +39 0522 382484


 

mostra RENZO FERRARI VISIONI NOMADI | Museo Cantonale d'Arte, Lugano | 16 maggio - 2 agosto 2015


 
 

 
il 16 maggio apre al Museo Cantonale d'Arte di Lugano la mostra antologica dedicata all'opera di Renzo Ferrari che rintraccia l'intero percorso creativo dell'artista, dagli esordi alla fine degli anni cinquanta, fino ai giorni nostri. Continua a leggere...»
 

Dal 23 aprile 2015 riapre la Carrara.- Bergamo

 Dal 23 aprile 2015 riapre la Carrara.
Pisanello, Mantegna, Raffaello, Lotto, Moroni, Fra Galgario:
un viaggio di cinque secoli nella storia dell'arte italiana.
 
Il 2015 è l’anno di riapertura di Accademia Carrara di Bergamo, l’anno di inizio di un nuovo percorso, di una nuova avventura che conferma la Carrara museo vivo, ricco e accogliente.
Nata nel 1796 dall’idea visionaria del nobile bergamasco Giacomo Carrara, che ha dato vita a un’istituzione museale a partire dalla propria passione di collezionista, Accademia Carrara si distingue nel panorama artistico italiano per identità e qualità del suo patrimonio: è da sempre considerata museo del collezionismo italiano e fra le più affascinanti raccolte d'arte dal Quattrocento all’Ottocento, con un nucleo rinascimentale di rilievo.  
 

"ABBONAMENTO MUSEI", LA CARD PER ACCEDERE A OLTRE 80 LUOGHI D'ARTE LOMBARDI

 
Un’unica tessera per l’ingresso libero e illimitato in oltre 80 musei e siti di interesse storico e culturale del territorio lombardo. In vendita a partire dal 19 maggio 2015 . Continua a leggere...»


 

LA ROSA DI FUOCO   La Barcellona di Picasso e Gaudí
 

                                 

Una nuova mostra dal sapore eccezionale ed internazionale, sta per aprirsi a Ferrara nella splendida ed unica cornice espositiva di Palazzo dei Diamanti, in corso Ercole I d'Este, 21 Dal 19 aprile al 19 luglio 2015 La rosa de fuego. La Barcellona di Picasso e Gaudí  -  questo il titolo del’eccellente evento – evocherà, infatti, con le opere esposte, la straordinaria fioritura che, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, ha cambiato il volto della città catalana e l’ha resa uno dei più effervescenti centri dell’Arte e dell’Architettura in Europa. I capolavori di Antoni Gaudí e Pablo Picasso descrivono i vertici assoluti di questo periodo aureo, contestualmente alla produzione, non meno rilevante, di un’ampia e compendiativa cerchia a tutto tondo di architetti, pittori, scultori, musicisti, poeti, scrittori e drammaturghi, protagonisti di quel movimento di rinnovamento artistico e culturale che assunse il nome di Modernismo Catalano. La mostra presenta un più che esauriente ritratto della scena artistica di Barcellona tra il 1888 e il 1909, mettendo in luce la sua variegata fisionomia. L’entusiasmo per il dinamismo della vita moderna convive con la consapevolezza delle profonde lacerazioni che proprio la modernizzazione portava con sé. Di qui il titolo della mostra – “La rosa de fuego” – nome in codice attribuito a Barcellona, all’epoca, in alcuni circoli anarchici internazionali a causa delle aspre tensioni sociali che ne contraddistinsero la storia. Di questi orientamenti si fanno, di volta in volta, interpreti i grandi nomi dell’arte catalana, a partire da Lluís Domènech e Gaudí, geniali innovatori del linguaggio architettonico e delle arti decorative; accanto ad essi un gruppo di artisti, tra i quali Ramón Casas, Santiago Rusiñol, Hermenegildo Anglada Camarasa, Isidre Nonell, Juli Gonzalez e il giovane Picasso, che mettono in scena con stili differenti una sorprendente rappresentazione della vita moderna tra Barcellona e Parigi, loro seconda patria. L’atmosfera scintillante dei caffè letterari e dei ritrovi notturni rivive accanto alla rappresentazione disincantata dei suoi protagonisti: femmes fatales, ballerine, lucciole, artisti. Allo stesso tempo la voluttuosa ed elegante intimità degli interni borghesi ha un potente contraltare nelle toccanti icone di clochards di cui i capolavori di Picasso risultan essere le più alte testimonianze. I capitoli della mostra mettono enfin a confronto le multiformi espressioni di questa stagione creativa, dai dipinti ai manifesti, alle cosiddette Arti Applicate – arredi, gioielli - dalle scene teatrali alle sculture, facendo risaltare una rete di imprescindibili influenze ed interessi comuni e reciproci.  
                                                         di Maria Cristina Nascosi Sandri
                                                           

miart 2015 - 10 - 12 aprile 2015 - fieramilanocity

 
          miart 2015   -   10 - 12 aprile 2015

 

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 MIA Fair vi aspetta a The Mall dall'11 al 13 aprile per la V edizione!
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DA DEGAS A PICASSO - Capolavori dalla Johannesburg Art Gallery
Complice l'arte, un ponte fra popoli 

Scuderie del Castello Visconteo – Viale XI Febbraio 35, Pavia
Fino al 19 Luglio 2015

Il nuovo appuntamento espositivo di primavera per i Musei Civici di Pavia presenta oltre 60 opere realizzate dai principali protagonisti della scena artistica internazionale dalla metà del XIX fino al secondo Novecento: il percorso espositivo, diviso in sezioni cronologiche e tematiche, permette ai visitatori di percorrere un viaggio nella storia dell'arte spaziando dall'Europa agli Stati Uniti fino al Sud Africa in un racconto che si sposta tra momenti storici, luoghi e linguaggi artistici diversi. La prima opera che incontriamo è un ritratto: “Lady Phillips”, eseguito dal pittore italiano Antonio Mancini nel 1909. Ma per capire meglio il motivo di questa scelta occorre tornare un po' indietro nel tempo, ai primi anni del 1900. Lady Florence Phillips, moglie del magnate inglese dell'industria mineraria Sir Lionel Phillips, entrambi di origini inglesi, vivevano a Johannesburg, quasi all'estremo sud del Continente africano. Donna dal grande fascino, con la passione del collezionismo d'arte, convinta che la sua città dovesse avere un museo d'arte, ella persuase il marito ed alcuni magnati dell'industria a investire nel progetto. Determinata a portare avanti la sua idea, venderà poi un diamante azzurro regalatole dal consorte per acquistare i primi lavori; sin dalla sua apertura, avvenuta nel 1910, quella sede museale presentava una selezione di opere di straordinaria qualità e modernità, un nucleo arricchitosi poi negli anni grazie a nuove acquisizioni e donazioni, anche per merito dei consigli e suggerimenti di Hugh Lane, altra grande personalità della scena culturale anglosassone. La Johannesburg Art Gallery è situata in Joubert Park, nel quartiere centrale degli affari della Capitale della Repubblica Sudafricana. L'edificio, progettato da Sir Edwin Lutyens, si compone di 15 sale espositive e giardini con sculture all'aperto. Ospita collezioni di dipinti olandesi del 17mo secolo, arte britannica ed europea del Settecento e dell'Ottocento, arte sudafricana dell'Ottocento, una vasta collezione d'arte contemporanea locale ed internazionale del Novecento e un armadietto di stampe contenente opere dal 15mo secolo ai tempi nostri. Proprio questa importante istituzione museale ha concesso dopo una prima sezione dedicata all’800 inglese con capolavori di Millais, Hunt, Alma-Tadema, Turner e del “preraffaellita” Dante Gabriel Rossetti, questa esposizione continua con un capitolo interamente dedicato all’ “Impressionismo”: dalle prime opere anticipatrici della corrente, come l’incantevole paesaggio di Corot, si passa alle iconiche “Due ballerine” di Degas, arrivando poi alla scena post-impressionista con Cézanne, Gauguin, Van Gogh, Toulouse-Lautrec, Bonnard e Vuillard attraverso opere che già aprono la strada alla modernità. Una modernità che però Lady Phillips non fece in tempo a conoscere e che anche Sir Hugh Lane non frequentava. Le prime acquisizioni o donazioni d’arte moderna infatti arrivano alla J.A.G. piuttosto tardi, ed oggi la collezione vanta capolavori firmati dai più importanti protagonisti delle avanguardie come Derain, Matisse, Picasso, Modigliani, Pechstein; quindi uno studio di Francis Bacon, un carboncino di Henry Moore, un’opera di Lichtenstein, un triplo ritratto di Joseph Beuys di Andy Warhol,   e il poligonale acrilico su tela di Noland datato 1978. Ma la parte della mostra pavese più interessante per noi europei è l’ultima breve sezione dedicata al Sudafrica, una sala conclusiva che lega due mondi sotto il segno universale dell’arte che non conosce confini. Da subito la nobildonna espresse il desiderio che il suo museo non fosse un luogo destinato solo ad un’élite, ma aperto a tutti, soprattutto aperto all’arte locale.   Ci volle molto tempo però perché l’intento di Lady Phillips fosse realizzato. La prima opera black fu infatti acquistata nel 1940: fu un dipinto di Gerard Sekoto. Ma fino al 1972 fu l’unica, a causa del regime dell’apartheid, e si dovette aspettare fino al 1986, grazie ad una legge di portata internazionale, preludio poi alla liberazione, dopo anni di progionia, di Nelson Mandela, per vedere cambiare sensibilmente grazie alla creazione dell’Anglo American Johannesburg Centenary Trust. E ora si può dire che la sezione di arte sudafricana sia tra i punti di forza dell’intero museo. Nell'esposizione pavese possiamo vedere opere di Irma Stern, una delle più importanti autrici sudafricane del Novecento, dalle ascendenze espressioniste, che ha conosciuto il successo prima in Europa e poi nella propria terra. Quindi un ritratto firmato da Maggie Laubser che sembra far stringere la mano a due mondi raffigurando una ragazza dai tratti africani in uno stile espressionista. Si continua con le contaminazioni con l’arte europea attraverso un’opera di Maude Summer, per poi indagare l’arte locale con Selby Mvusi che rappresenta il versante più contrastato e doloroso della scena artistica sudafricana soffocata dall’apartheid. Chiude questa sezione - e quindi l'intera mostra - George Pemba, che nella sua arte racconta le tradizioni locali, la vita urbana e la realtà dell’apartheid, con uno stile del tutto personale.
La mostra è ideata, prodotta, organizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia e con il patrocinio del Consolato Generale del Sudafrica di Milano e realizzata con la consulenza scientifica di Simona Bartolena. Per tutta la sua durata è prevista una serie attività didattiche e visite guidate per bambini e adulti che permettono di approfondire le bellissime opere esposte nelle sale delle Scuderie del Castello Visconteo.   
Scuderie del Castello Visconteo – Viale XI Febbraio 35, Pavia
Fino al 19 Luglio 2015; orari: lunedì al venerdì 10-19; giovedì 10-22; sabato, domenica e festivi 10-20
(La biglietteria chiude un’ora prima)
Informazioni e prenotazioni Tel:+39 0382 33676; Tel:+39 02 36638601 (lunedì-venerdì 9-13.00 e 14-18)

                                                                                                                  Fabio Giuliani

                                                   
 

MATER - PERCORSI SIMBOLICI SULLA MATERNITÀ

La mostra MATER. percorsi simbolici sulla maternità, posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica,promossa dal Comune di Parma, in programma dall’8 marzo al 28 giugno 2015 al Palazzo del Governatore di Parma, si propone di esplorare l’aspetto sacrale e archetipico della maternità Continua a leggere...»

 

Franz von Stuck, <em>Il Peccato</em>, 1900 ca., olio su tela; Zagreb, Museum of Arts and CraftsHans Unger, <em>Salomé</em>, 1917, 135x90cm; Städtische Galerie Dresden - Kunstsammlung, Museen der Stadt DresdenGustav Moreau, <em>Le Voyageur ou Oedipe, voyageur</em>, 125x95cm; Musée de La Cour d'Or, Metz Métropole

"Il demone della modernità"

Una mostra a Palazzo Roverella di Rovigo propone un percorso - inquietante -  nel ‘secol breve’ all'insegna dell'inconscio e dello spirito, del simbolo e dell'ideale, del mistero e del dramma

Ha appena aperto a Rovigo, a Palazzo Roverella, la mostra “Il demone della modernità. Pittori visionari all'alba del secolo breve” che rimarrà in parete fino al 14 giugno. E’ promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con il Comune e l’Accademia dei Concordi.Un progetto espositivo insolito, curato da Giandomenico Romanelli, lo stesso dell’Ossessione Nordica – la mostra dello scorso anno, un viaggio carico di emozioni che accompagna, ad un tempo, negli abissi dell’inconscio e nelle brillantezze dello spirito. Assieme ad alcune icone ‘classiche’ dell’universo simbolista, vengono presentate opere ad unire la suggestione del simbolo e la libertà visionaria dell’ideale: un percorso tra scoperte di un’arte misteriosa e la rappresentazione drammatica e cruda della follia della guerra, ma anche dell’esistenza, allora quanto mai, sul filo di un invisibile quanto palpabile rasoio: su tutto il fil rouge della mostra, l’avvicinarsi di una modernità inquieta e tempestosa. Ad affabulare, interpretare e vivere nelle e con le loro opere queste emozioni quasi ultra-terrene son artisti europei, alcuni non conosciuti, ma grandi, quali James Ensor, Franz Von Stuck, Leo Putz, Odilon Redon, Arnold Boecklin, Paul Klee, Carlos Schwabe, J.A.G. Acke, M. Kostantinas Ciurlionis, Max Klinger, Leon Bakst, Alfred Kubin, Felicien Rops, Gustav Moreau, Hans Unger, Lovis Corint, K. Wilhelm Diefenbach e tra gli italiani, Mario De Maria, Guido Cadorin, Cagnaccio di San Pietro, Bortolo Sacchi, Alberto Martini. In esposizione anche le suggestive visioni di New York di Gennaro Favai ed importanti excerpta dal primo cinema, quello di Lang, Murnau, Buñuel.
Essenziale baedeker alla mostra il catalogo, èdito da Marsilio e curato dallo stesso Romanelli insieme con Franca Lugato

di Maria Cristina Nascosi Sandri


 

TATO alla Galleria Russo di Roma,
dopo l’Anteprima ad ArteFiera di Bologna 
fino al 28 febbraio 2015
 

di Maria Cristina Nascosi Sandri
E’ stata appena inaugurata, negli spazi della Galleria Russo di Roma, la mostra antologica di Tato, a cura di Salvatore Ventura. Una ricca esposizione che racconta oltre trent’anni di produzione artistica del pittore bolognese, personaggio-chiave del Futurismo e fondatore dell’Aeropittura.
Più di sessanta le opere esposte a descrivere la particolare predisposizione dell’artista per la visione aerea e realistica del mondo e la sua ricerca - come spiega Ventura nel suo testo critico - di una pittura “ che spezzi gli schemi tradizionali della triplice dimensione: che dia il segno della libertà negli spazi, e permetta di fondere insieme la linea rigida di un longarone d’ala con il carosello multicolore di un paesaggio sottostante: che sappia intersecare aria, terra, mare in una infinita varietà di piani compenetranti; che frantumi, polverizzi, evapori, in un arcobaleno di sensazioni velocissime, la pigra tavolozza dei colori tradizionali, sino a darci uno spettro visivo del paesaggio in volo, rispondente alle nuove esperienze umane, create da un venticinquennio di attività aviatoria.”
Fra i dipinti presenti alla Galleria Russo alcune opere di grande importanza storica: Sorvolando in spirale il Colosseo, già esposto alla recente mostra dedicata al Futurismo al Guggenheim Museum di New York; Lancio con il paracadute (Sensazioni di volo), esposto alla prima mostra dell’aeropittura del 1931; la rara Natura morta del 1921, firmata con lo pseudonimo Olga Mazzieri; la serie delle Aeropitture di guerra realizzate alla metà degli anni’30 e, a testimonianza un’importante tappa raggiunta dall’aviazione italiana, la tempera su carta kraft Idrovelocità (Folgore rossa pilotata da De Bernardi che ha superato per la prima volta nel 1928 i 500 km/h). L'esposizione, che è stata presentata in anteprima con una selezione di opere all’edizione 2015 di ArteFiera Bologna, si inserisce nel percorso ormai storico della Galleria, che da oltre vent’anni si dedica alla valorizzazione dei grandi artisti del novecento italiano e segue, in ordine di tempo, le monografiche già dedicate ai grandi protagonisti del Futurismo: Gerardo Dottori (2014), Filippo Tommaso Marinetti (2013), Giacomo Balla (2010), Umberto Boccioni (2000), Carlo Erba (2013), Mino delle Site (2008). GB Enigma di Gianni Bulgari, per questo evento, ospiterà nei propri spazi di via Margutta, come già accaduto in occasione della mostra dedicata a Gerardo Dottori una sezione di opere facenti parte della mostra che dialogherà con alcuni importanti gioielli della collezione GB Enigma ispirati al Movimento Aerofuturista. Testi critici in catalogo di Salvatore Ventura, Maria Fede Caproni, Mariastella Margozzi e Beatrice Buscaroli. L’esauriente catalogo, pure già disponibile, in anteprima, ad ArteFiera di Bologna, è corredato da una ricca sezione di apparati scientifici tra cui l’imprescindibile regesto completo delle mostre di Tato nel periodo fra il 1919 e il 1943, ed è edito da Palombi Editori (Roma): tutte le opere sono pubblicate a colori e accompagnate da accurate schede scientifiche.

Info:   Galleria Russo  via Alibert, 20 Roma  lun 16.30-19.30; mar-sab 10-19.30 ingresso libero                                                                   

                          

Boldini e De Pisis, ‘ospiti d’eccezione’ nella loro città

Al Castello Estense di Ferrara un doppio iter artistico per due grandi artisti ‘local-internazionali’Filippo de Pisis, Natura morta col Martin pescatore, 1925, olio su cartone, 46x71,5cm

Filippo de Pisis, Natura morta col Martin pescatore, 1925, olio su cartone

L’arte per l’arte. Il Castello Estense ospita Giovanni Boldini e Filippo de Pisis” è la mostra in programma a Ferrara dal 31 gennaio al 31 maggio e dall’1 al 30 settembre 2015.

Eleganti ritratti di protagoniste della Belle Epoque tra sale rinascimentali fastosamente decorate, camerini segreti che fanno da scrigno a paesaggi e nature morte pulsanti di emozioni. A partire dal 31 gennaio, al Castello Estense di Ferrara sarà possibile ammirare una galleria di capolavori di Boldini e De Pisis selezionati dalle collezioni delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Massari: il monumento simbolo della città, capolavoro tre - quattrocentesco di Bartolino da Novara - Arte nell’Arte ! - farà così da cornice di grande eccellenza alle opere di due grandi artisti ferraresi, tra i protagonisti della scena internazionale tra Otto e Novecento, Italiens de Paris, cètte a dire.  Ferrara conserva le più ricche collezioni di opere di Boldini e De Pisis: questi tesori sono rimasti celati in seguito al terremoto del 2012 e riacquisteranno la dovuta visibilità grazie all’allestimento – estemporaneo? - nelle sale del Castello previsto fino alla riapertura dei musei a Palazzo Massari. Nel sontuoso appartamento di rappresentanza al piano nobile si svilupperà un racconto per immagini dell’intero percorso boldiniano, attraverso una vasta selezione di dipinti e opere su carta: dalle prime prove eseguite a Firenze accanto ai Macchiaioli - i suoi iniziali mèntori al Caffè Michelangelo, a Firenze -  ritratti che hanno l’immediatezza della pagina di un diario, alle brillanti invenzioni che evocano le atmosfere della vita moderna nella Parigi degli Impressionisti, fino alle icone della pittura boldiniana, effigi di aristocratiche quali la contessa de Leusse o Madame Lydig, quando Boldini si era ormai imposto come ritrattista incontrastato della Belle Epoque. Nei celebri Camerini di Alfonso I, aperti per questa occasione, presenti invece opere dell’altro ferrarese, Filippo Tibertelli De Pisis, più giovane ed attivo, come già detto, in sèguito, sulla scena artistica parigina. Il percorso propone una sintesi della personalità artistica depisisiana, a partire dalle testimonianze del periodo giovanile, dense di memorie, sogni e speranze alla vigilia del trasferimento a Parigi, per concentrarsi poi sulle creazioni della maturità, poi che l’artista ha assimilato la lezione di De Chirico e del periodo pittorico della Metafisica e realizza un linguaggio tutto proprio, trascrizione pittorica – e poetica, da non dimenticare che lui fu anche grande scrittore -  delle emozioni vissute nella Ville lumière. A concludere saranno le opere dell’ultima stagione in cui, non a caso, la cosiddetta ‘poesia delle immagini’ è ‘risolta’ all’essenziale.
Orari di apertura
Da gennaio a maggio e da settembre a dicembre: 9.30-17.30  - (ad esclusione dei lunedì non festivi di gennaio, ottobre, novembre e dicembre)   Da giugno ad agosto: 9.30-13.30 / 15.00-19.00  (ad esclusione dei lunedì non festivi di luglio e agosto)
Chiuso 25 dicembre           
Informazioni e biglietteria  Tel. 0532 299233 castello.estense@provincia.fe.it  www.castelloestense.it

                                                   di Maria Cristina Nascosi Sandri

mostra GOTTARDO ORTELLI | 30 gennaio.-2 novembre 2015

Dal 30 gennaio al 2 novembre 2015, le Vip Lounges dell’aeroporto di Milano Malpensa si trasformano in spazi espositivi, ospitando le opere di Gottardo Ortelli (Viggiù, 1938 - Varese, 2003) che ha attraversato oltre quattro decenni di storia dell’arte italiana, dagli anni sessanta fino ai primi del nuovo secolo.

L’iniziativa, organizzata in collaborazione con l’Associazione Amici di Piero Chiara, è il secondo appuntamento del progetto SEA e MA*GA per l’arte, nato dalla volontà di SEA, la società che gestisce gli aeroporti di Milano Linate e Milano Malpensa, e del museo MA*GA di Gallarate di trasformare le aree d’attesa dello scalo milanese in un luogo dove l’arte si esprime e si racconta.


 

“Il cibo nell’arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol”


 
A Brescia una mostra in dieci portate racconta il Tema di Expo Milano 2015
Brescia - Via dei Musei Palazzo Martinengo / 24 gennaio - 14 giugno - tel. +39 0302906403 
Il cibo come mezzo di comunicazione in oltre quattro secoli
E' la più importante esposizione dedicata al cibo nell’arte mai organizzata finora in Italia.
E’ una mostra in linea con il Tema di Expo Milano 2015 
Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, attraverso i dipinti esposti si scopre  i cibi e i piatti tipici delle terre di origine del pittore  inoltre si scopre alimenti oggi scomparsi.


La poesia della luce   
Venezia, Museo Correr Fino al 15 marzo 2015

Da oggi, 6 dicembre 2014, sono esposti al Museo Correr di Venezia, 140 meravigliosi disegni provenienti da una delle più importanti collezioni al mondo  che ripercorrono l’arte e il mito di Venezia, dal Rinascimento all’Ottocento, un arco temporale davvero prodigioso. In mostra i grandi Maestri Veneti della luce da Mantegna, Bellini, Giorgione e Tiziano fino a Veronese eppoi Tiepolo, Piazzetta e Canaletto; e, last but not least, gli stranieri innamorati di Venezia come Callow e Sargent, ben noto al pubblico di Ferrara Arte. Disegni preparatori, schizzi veloci a fissare l'idea, modelli e studi per l’atelier, ma anche composizioni finite, opere autonome capaci di proporre una poetica diversa: fatta di linee, ombre, chiaroscuri, definizione di forme e plasticismi, trasposizione di sentimenti e visioni, esplorazione delle infinite possibilità della luce che poi verranno ereditate e ridefinite, nel tempo, nella ‘forma’ cinematografica: non a caso si ‘chiamano’ maestri della luce i grandi cine-fotografi del calibro del triplo premio Oscar tutto italiano Vittorio Storaro, per non citarne che uno. In mostra a Venezia, al Museo Correr dal 6 dicembre 2014 al 15 marzo 2015, giungono dalla National Gallery of Art di Washington oltre centoquaranta opere realizzate tra il XVI e il XIX secolo a Venezia, quando la città dei Dogi e la terraferma rappresentavano la culla dei più raffinati artisti italiani. Un nucleo specifico di una delle più importanti collezioni di disegni al mondo ricondotti in laguna per un irripetibile approfondimento dei risultati che la creatività dei grandi maestri veneti ha saputo trasferire anche – e, forse, soprattutto -  nell'opera grafica: da Mantegna, Bellini e Carpaccio a Giorgione, Lotto e Tiziano; e poi Bassano, Veronese, Tintoretto, Piazzetta, Canaletto, Tiepolo, Guardi, fino alle passioni veneziane di "foresti" come James McNeill Whistler, Rudolf von Alt, Edward Lear, Carl Friedrich Heinrich Werner, William Callow e, soprattutto, John Singer Sargent.  Un percorso affascinante che attraversa quattro secoli dell’arte veneziana, dal Cinquecento all’Ottocento, rivelando la capacità grafica di sommi autori e sullo sfondo Venezia, non solo centro di produzione artistica, ma ancor più soggetto vero, fonte d’ispirazione, mito perenne. L’esposizione, che è organizzata dalla National Gallery of Art di Washington in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia e con il contributo della The Gladys Krieble Delmas Foundation, è curata da Andrew Robinson, Senior Curator del dipartimento di disegni e stampe della National Gallery of Art di Washington, ed è preziosa anche per l'estrema fragilità delle opere esposte, che per tale ragione assai raramente hanno varcato i confini del museo americano. Si tratta della conferma di una collaborazione internazionale importante che prosegue una lunga tradizione di ricerca sulla pittura veneziana, che la Fondazione Musei Civici di Venezia, sotto la direzione scientifica di Gabriella Belli, intende portare avanti a fianco delle più prestigiose istituzioni museali del mondo.
Un essenziale e ricco catalogo edito da Marsilio è naturale ed imprescindibile corollario alla mostra.

                                                                 di Maria Cristina Nascosi Sandri

                                                    

 

ARTISSIMA : INTERNAZIONALE D'ARTE CONTEMPORANEA   7 - 9 NOVEMBRE 2014, TORINO

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Nel corso degli anni Artissima si è accreditata a livello internazionale come un osservatorio sulla migliore ricerca nel campo delle arti visive e un evento culturale imperdibile per addetti ai lavori, appassionati d’arte e per la stampa, attirando 50.000 visitatori e oltre 1.200 giornalisti nel 2013.  La fiera è suddivisa in sei importanti sezioni: Main Section, che ospita le gallerie più rappresentative del panorama artistico mondiale; New Entries, dedicata alle gallerie giovani più  interessanti; Present Future, sezione ad invito caratterizzata da stand monografici di artisti emergenti a livello internazionale; Back to the Future, mostre personali di artisti attivi tra gli anni ’60 e ’80 selezionati da un team di prestigiosi direttori di museo e curatori; e Art Editions, dedicata a gallerie e altri spazi che presentano edizioni, stampe e multipli di artisti contemporanei.  Novità del 2014 è Per4m, una speciale sezione di Artissima dedicata esclusivamente alla presentazione di lavori performativi. Per la sua ventunesima edizione Artissima presenterà 194 gallerie note e cutting-edge della scena mondiale e un inedito progetto espositivo - "SHIT AND DIE" - organizzato da Maurizio Cattelan, Myriam Ben Salah e Marta Papini a Palazzo Cavour. Per il quinto anno la fiera si svolgerà nella sede spettacolare dell’Oval, un padiglione dall’originale taglio architettonico realizzato in occasione dei Giochi Olimpici di Torino 2006 che si è rivelato il contenitore ideale per ospitare un appuntamento di riferimento per l’arte contemporanea internazionale quale Artissima.

                                                

SEGANTINI  - Palazzo Reale Milano Dal 19 settembre al 18 gennaio 2015 

La mostra riscopre il percorso artistico e la vita del pittore dall’infanzia, trascorsa nella vivace Milano post-unitaria, al trasferimento tra le montagne dell'Engadina, uno degli ultimi incontaminati paradisi naturalistici. Il suo avventuroso pellegrinaggio dai colli della Brianza alle Alpi svizzere narra la storia straordinaria, ancora poco conosciuta dal grande pubblico, della creatività culturale che si sviluppò nelle valli tra l’Italia e la Svizzera all’inizio del secolo scorso. La mostra prende il via con una sezione dedicata agli esordi milanesi del pittore, che con il suo ingresso all’Accademia di Brera diede inizio a un promettente e fecondo percorso artistico. Pittoreschi scorci dei Navigli rievocano lo splendore della Milano di fine Ottocento.poi approfondite le tematiche del ritratto e delle nature morte: Petalo di rosa, Ritratto della signora Torelli, Ritratto di Carlo Rotta e alcuni autoritratti permettono di ripercorrere i legami affettivi del pittore, testimoniando la sua indubbia potenza di ritrattista. Natura e vita nei campi è la sezione dedicata ai dipinti dell’artista che ben rappresentano la vita agreste: Sul balcone, Dopo il temporale, L’ultima fatica del giorno e Riposo all’ombra. Ecco qui esaltato il ruolo della montagna nell’opera pittorica di Giovanni Segantini, uno spaccato del paesaggio delle Alpi svizzere con le sue scene di vita nei campi, i suoi costumi caratteristici e una peculiare rappresentazione della società contadina. I magnifici dipinti Primavera sulle Alpi e Ave Maria a trasbordo affrontano invece il tema “Natura e Simbolo”, assieme ai capolavori del periodo di Savognino a tutti noti: Mezzogiorno sulle Alpi e Ritorno dal bosco. La maternità, tema caro e ricorrente nel percorso pittorico di Segantini, con la splendida opera Le due madri, considerata manifesto del divisionismo italiano alla prima Triennale di Brera, che vide la nascita ufficiale del movimento.

                                        
                                        

MARC CHAGALL Palazzo Reale Milano  Dal 17 settembre al 1 febbraio 2015

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La mostra Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985 è un viaggio a tappe nella storia, che accompagna il visitatore a percepire la molteplice identità, poetica e artistica, della cultura europea: per questo la retrospettiva dedicata a Chagall è uno degli appuntamenti più importanti di ‘Milano Cuore d’Europa’, il palinsesto che animerà la vita culturale milanese durante l’autunno. Con opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, tra le quali molti capolavori, questa mostra intende ripercorre una mappa non solo geografica, ma soprattutto artistica e spirituale complessa e caleidoscopica, che sta a fondamento dell’originale ‘profilo apolide’ dell’artista ”.Oltre 220 opere, prevalentemente dipinti, a partire dal 1908, data in cui Chagall realizzò uno dei suoi primi quadri, Le petit Salon, fino alle ultime monumentali opere degli anni '80.

 

 


 

 Bramantino. L’arte nuova del rinascimento lombardo

Dal 28 settembre 2014 all’11 gennaio 2015   al Museo Cantonale d’Arte di Lugano
 un’importante esposizione dedicata a Bartolomeo Suardi detto il Bramantino (doc.1480–1530),

La mostra, a cura di Mauro Natale, professore onorario di Storia dell’Arte moderna presso l’Università di Ginevra, ripercorre l’itinerario culturale ed espressivo dell’artista a partire dagli esordi, secondo una sequenza cronologica ragionata e nuova rispetto alle proposte fino ad ora formulate dagli studiosi: dalla collaborazione con l’architetto e pittore Donato Bramante – da cui ha tratto il soprannome con il quale è noto ancora oggi – fino alle ultime opere conosciute tra le quali la Fuga in Egitto custodita in Ticino, nel Santuario della Madonna del Sasso a Orselina. Proprio in occasione della mostra, che vedrà riunirsi eccezionalmente diversi capolavori del Bramantino nella sede del Museo Cantonale d’Arte di Lugano, l’Ufficio dei beni culturali ha deciso di promuovere, in collaborazione con il museo, il restauro di questo dipinto, che costituisce una delle più importanti testimonianze di epoca rinascimentale presenti sul territorio ticinese e che sarà nuovamente visibile al pubblico all’apertura dell’esposizione, domenica 28 settembre.In mostra altri capolavori restaurati per l’occasione tra i quali  la Madonna con Bambino e Santi della Galleria degli Uffizi, che si potrà apprezzare nella sorprendente cromia originale restituita dal restauro.Accanto a opere capitali di Bramantino provenienti da prestigiose istituzioni come la National Gallery di Londra, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid o ancora la Pinacoteca di Brera di Milano, saranno presenti in mostra opere degli artisti con i quali Bramantino condivise la scena, in primo luogo Bernardo Zenale, e di quelli che raccolsero la sua eredità artistica come Bernardino Luini e Gaudenzio Ferrari.  In mostra, l’opera di Bramantino è messa a confronto con dipinti, disegni, miniature, sculture e oreficerie che consentiranno di evocare alcune delle tendenze della cultura figurativa lombarda negli anni delle guerre d’Italia e dell’occupazione francese (1499-1525). Il progetto espositivo si propone  di evidenziare il ruolo centrale del Bramantino nell’evoluzione artistica dell’epoca, fra i maggiori protagonisti della crisi culturale e del rinnovamento figurativo che trasformarono radicalmente il linguaggio pittorico in Lombardia tra la fine del Quattrocento e i primi vent’anni del secolo seguente, al momento del crollo della dinastia sforzesca e dell’occupazione francese. Il Museo Cantonale d’Arte, in concomitanza con l’evento espositivo, ha inoltre voluto farsi promotore di due giornate di studi dedicate al Bramantino che si terranno a Lugano il 6 e 7 novembre 2014, in cui saranno presentati aggiornamenti e nuovi risultati in quest’ambito di ricerca. Il convegno desidera pertanto offrire spazio a interventi storico-artistici e a indagini tecniche e scientifiche condotte sulle opere. La mostra è accompaganta da un catalogo edito da Skira a cura di Mauro Natale
Museo Cantonale d’Arte  Via Canova 10, 6900 Lugano
www.museo-cantonale-arte.ch  -
tel: +41 (0)91 815 7971
                                                                                                                                                    
 

 Collezione  GIANCARLO E DANNA OLGIATI
http://www.collezioneolgiati.ch/4/la-collezione
presso il LAC di Lugano
Lungolago Riva Caccia 1 -1, lo spazio

-Come uno Schaulager, -1 apre al pubblico periodicamente per mostrare la collezione, gli allestimenti e le istallazioni temporanee.

Arte delle avanguardie del XX e XXI secolo. Un corpus di oltre 500 opere tra dipinti, sculture, disegni, fotografie, installazioni, video e libri d’artista.

Un’indagine nelle vicende artistiche internazionali dall’inizio del Novecento a oggi con grande attenzione all’arte italiana e francese, in particolare a momenti cruciali come il Futurismo, lo Spazialismo, il Nouveau Réalisme e l’Arte Povera. La continua ricerca dell’Astrazione e la sua eredità nel presente fanno della collezione un affresco dell’orizzonte artistico del Ventesimo e del Ventunesimo secolo. Per il terzo allestimento allo Spazio -1, Giancarlo e Danna Olgiati propongono nuovi inserimenti di grande portata: una Mappa di Alighiero Boetti, una scultura in marmo di Luciano Fabro e un’opera storica di Anish Kapoor. In esposizione anche opere nuove di Douglas Gordon, Karl Haendel, Ruby Sterling e Not Vital. La collezione nasce agli inizi degli anni ‘60, quando Giancarlo Olgiati, da giovane avvocato, inizia la sua avventura nell’universo dell’arte contemporanea. Nel 1985 viene affiancato dalla moglie Danna, gallerista italiana specialista del movimento Futurista. 

PINK - http://www.collezioneolgiati.ch/2/pink

L’arte delle donne non è rosa, è PINK. Donne nella Collezione Giancarlo e Danna Olgiati per il nuovo allestimento dello Spazio -1.

Il terzo anno dello Spazio -1 è dedicato alle artiste donne della Collezione Giancarlo e Danna Olgiati. In un cuore di trenta opere al femminile, uno spazio speciale è riservato a Carla Accardi (1924-2014), recentemente scomparsa, di cui sono esposte opere tra le più significative del suo percorso artistico.Che cosa significa, oggi, “arte astratta”? Quali forme di astrazione sono possibili dal momento in cui è venuta meno l’opposizione tra astrazione e figurazione che ha caratterizzato le avanguardie del XX secolo? La mostra pone queste domande nella prospettiva dell’universo femminile e indaga, al contempo, la legittimità della distinzione maschile/femminile nella pratica artistica contemporanea.


 

Giorgio de Chirico e l'oggetto misterioso
                        27 settembre 2014 - 1 febbraio
Reggia di Monza, Serrone della Villa Reale

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Dopo uno straordinario lavoro di restauro, le splendide sale della  Reggia di Monza sono pronte ad accogliere un ricco programma di  attività culturali. Ad inaugurare la stagione delle grandi mostre sarà  “Giorgio de Chirico e l'oggetto misterioso” ospitata nel Serrone della  Villa Reale dal 27 settembre 2014 fino al 1 febbraio 2015.
La mostra, promossa dal Consorzio Villa Reale e Parco di Monza in  collaborazione con il Comune di Monza, è ideata, prodotta e  organizzata da ViDi in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa  de Chirico.
Giorgio de Chirico è senza dubbio la figura artistica più importante e  poliedrica del panorama italiano del Novecento. Pittore, scultore,  scenografo, costumista, scrittore, illustratore di opere letterarie,  dal racconto mitologico ai grandi classici moderni, grande conoscitore  della filosofia antica e moderna e amante della cultura classica,  riporta nelle sue opere elementi di questa sconfinata conoscenza. La  sua pittura metafisica è carica di suggestione, ricca di atmosfere  enigmatiche in cui dominano l'immobilità e il silenzio, dove la  prospettiva ha un ruolo fondamentale all'interno della composizione. L'esposizione, a cura di Victoria Noel-Johnson con la collaborazione  di Simona Bartolena, presenta oltre trenta opere della collezione  della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico dagli anni Quaranta fino  alla metà degli anni Settanta, con l’obiettivo di illustrare il ruolo  che l’oggetto misterioso gioca nella produzione artistica del Maestro. Il percorso della mostra sarà iconografico, per meglio approfondire il  rapporto del pittore con alcune tematiche della sua ricerca, in  particolare con la presenza ricorrente di alcuni oggetti. Il microcosmo artistico di Giorgio de Chirico, fatto di visioni,  fantasie e ricordi, ci offre un punto di vista inconsueto su oggetti  comuni e molto famigliari che pensiamo di conoscere, ma che  all'interno dell'opera assumono un significato diverso nel momento in  cui vengono combinati tra loro in modo inaspettato o illogico. Il  pubblico potrà immergersi nei mondi metafisici del Maestro attraverso  straordinarie tele come “Interno metafisico con pere”, “Sole sul  cavalletto”, “La meditazione di Mercurio”, “Il poeta e il pittore” e  molti altri. Lungo il percorso espositivo le opere saranno accompagnate da video,  racconti suggestivi e suoni per un'immersione completa nella vita e  nell'opera di Giorgio de Chirico. Attraverso i suoi ricordi, le sue  fantasie e le sue visioni il pubblico avrà la possibilità di scoprire  la straordinaria personalità artistica e umana del Grande Metafisico  che ritroviamo in tutti i suoi lavori e che ha avuto un ruolo  fondamentale nello scenario artistico internazionale del Novecento. Per tutta la durata della mostra una serie di attività didattiche,  laboratori creativi e visite guidate permetteranno anche ai più  piccoli di avvicinarsi all'arte del Maestro metafisico
Orari Dal lunedì al giovedì: 10.00-13.00 / 14.00-19.00 Venerdì: 10.00-13.00 / 14.00-22.30 Sabato e domenica 10.00-20.00
Biglietti Intero: 10,00 euro  Ridotto: 8,00 euro  Scuole: 5,00 euro
Prevendita biglietti  http://www.ticketone.it   Informazioni  Tel. 039.2312185 / 02 45496874
http://www.dechiricomonza.com - info@dechiricomonza.com, http://www.reggiadimonza.it - comunicazione@reggiadimonza.it
http://www.facebook.com/ReggiaDiMonza
Info e prenotazioni scuole e gruppi Tel. 0362 41472 / Cell. 391 111 2022  Il servizio è attivo dal Lunedì a Venerdì dalle ore 9:00 alle ore  12:30 e il Mercoledì dalle 9:00 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 18:00

Picasso e la modernità Spagnola in Mostra a Palazzo Strozzi a Firenze

Dal 20 settembre a Palazzo Strozzi a Firenze ONU Nuovo Importante Evento Dedicato a UNO dei Più Grandi maestri della pittura del XX Secolo: Pablo Picasso. Si Tratta di Una rassegna di opere straordinarie provenienti Dalla collezione del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía.

"Picasso e la modernità Spagnola" Presenta un'ampia Selezione di opere del grande maestro, Che permettono di Riflettere Silla SUA influenza su Tutta l'arte del XX Secolo mettendolo a confronto con Important artisti spagnoli venire Joan Miró, Salvador Dalí, Juan Gris, Maria Blanchard, Julio González.  L'Esposizione Accoglie circa 90 opere della Produzione di Picasso e di artisti ALTRI TRA dipinti, sculture, Disegni, incisioni e pellicola ONU di José Val del Omar Grazie alla Collaborazione di tra la Fondazione Palazzo Strozzi e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid . Tra le opere esposte Sono Presenti capolavori Assoluti venire Testa di donna (1910), Ritratto di Dora Maar (1939) e Il pittore e la modella (1963) di Picasso, inoltre Siurana, Il Sentiero (1917) e Figura e uccello Nella notte ( 1945) di Miró, Arlecchino (1927) di Dalí e poi i Disegni, le incisioni EI dipinti preparatori di Picasso per il grande capolavoro Guernica (1937), mai Esposti in Numero Così elevato Fuori Dalla Spagna. Curata da Eugenio Carmona (professore di Storia dell'arte all'Università di Malaga, Membro de los patronatos del Museos Patio Herreriano di Valladolid, del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía e della Comisión Andaluza de Museos), La Mostra ripercorre ONU Periodo cronologico amplissimo Compreso di tra il 1910 e il 1963 ed ESPLORA i rapporti di tra Arte e Cultura, stabilendo Gli Elementi Che configurarono Quella Trasformazione plastica della Coscienza artistica Nella Diversità Culturale Spagnola ATTRAVERSO poetiche o ATTRAVERSO denominatori estetici, coincidenti, condivisi o interrelazionabili. La Mostra Ê promossa e Organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, con la Collaborazione della Soprintendenza PSAE e per il Polo Museale della Città di Firenze, con il Contributo di Comune di Firenze, Provincia di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Associazione Partners Palazzo Strozzi e Regione Toscana. Main sponsor Banca CR Firenze. La Collaborazione della Fondazione Palazzo Strozzi con il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Conferma la reputazione di Eccellenza un LIVELLO Internazionale di Palazzo Strozzi e delle Sue mostre. Buon Compleanno Picasso! Con this Mostra a Palazzo Strozzi Celebra Picasso, in Un anno speciale di Che Vede also la riapertura del Museo Picasso di Parigi, Il prossimo 25 ottobre, Giorno del compleanno Dell'Artista, mito del XX Secolo, Semper Attuale Nella SUA inesauribile modernità.
Palazzo Strozzi  Dal 20 settembre 2014 al 25 gennaio 2015 Info: www.palazzostrozzi.org                                                               

Paolo VERONESE - L’illusione della realtà 
A Verona, dal 5 luglio

Un grande ritorno a…casa, l’imponente mostra su Paolo Veronese, genio artistico assoluto e d’avanguardia del Cinquecento Italiano, che sta per avere inizio proprio nella sua città natale, la bella Verona. Presentata in prima battuta alla National Gallery di Londra, la retrospettiva sarà a Palazzo della Gran Guardia dal 5 luglio, étoile il ‘telero-capolavoro’ di 80 metri quadri, la “Cena a casa di Levi” lavoro corale, di ‘bottega’,  appena ed appositamente  restaurato. L'opera, che appartiene alle Gallerie dell'Accademia di Venezia, era collocata presso Palazzo Barbieri, sede del municipio di Verona, nella cosiddetta Sala Arazzi ed è frutto dei cosiddetti “Haeredes Pauli Veronensis”,  sorta di consorzio artistico dei figli e del fratello di Paolo Caliari detto il Veronese che proseguirono l'attività del Maestro dopo la sua scomparsa, mettendo a frutto il ricco patrimonio di disegni, studi, tecniche e competenze, materia usuale in ogni atelier di grandi artisti rinascimentali. Pur trattandosi di un’opera di bottega, come detto, è, in ogni caso, estremamente rappresentativa dello stile e dell'universo artistico dell’Artista, in primis per le dimensioni che la collocano tra le grandi cene a tema biblico che lo resero celebre, poi per la struttura architettonica complessa e monumentale risolta nell’àmbito del dipinto. «Paolo Veronese - L’illusione della realtà» è promossa ed organizzata dal Comune di Verona, Direzione Musei d’Arte e Monumenti, insieme con l’Università degli Studi di Verona e la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etno-antropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, in associazione con la National Gallery di Londra, mentre il catalogo è di Electa; è curata da Paola Marini, direttrice del Museo di Castelvecchio, e Bernard Aikema, dell’Università di Verona. L’esposizione si colloca a distanza di ventisei anni dalla rassegna Veronese e Verona tenutasi nel 1988 al Museo di Castelvecchio: è la più completa realizzata negli ultimi decenni e si ricollega idealmente a quella memorabile curata da Rodolfo Pallucchini a Venezia nel 1939. Riunite per l’occasione circa 100 opere (tra dipinti e disegni) provenienti dai maggiori musei del mondo e dalle chiese che gelosamente custodiscono le meravigliose pale d’altare che furono per l’artista il pretesto per raccontare, in tutto il proprio splendore, le sontuose feste dell’aristocrazia veneziana del tempo. In prima battuta alla National Gallery di Londra (dallo scorso marzo), «Paolo Veronese - L’illusione della realtà» è stata promossa e organizzata dal comune di Verona in collaborazione con l’ateneo cittadino e la Soprintendenza per i Beni Storici e in associazione con il prestigioso museo londinese. L’iniziativa è inoltre integrata da diversi itinerari pensati per guidare il visitatore e il turista alla scoperta delle opere di Paolo Veronese conservate nelle chiese e nei musei e degli affreschi realizzati dall’artista a Verona, Vicenza, Padova, Maser, Castelfranco Veneto e Venezia. Scopo della rassegna è illustrare la grandezza del maestro cinquecentesco che fu antesignano del Manierismo in Laguna, capace di celebrare con la sua pittura innovativa, fatta di luce, colore, ardite prospettive, il vivere civile di Venezia, l’apertura intellettuale della città, quando ancora non avevano preso piede i rigidi dettami della Controriforma. Per questo, anche in epoche successive, influenzò generazioni di artisti, tra cui Van Dyck, Rubens, Watteau, Tiepolo, Delacroix. Figlio di uno scalpellino, Paolo Caliari nacque nel 1528 a Verona, dove ebbe luogo la sua prima formazione artistica nella bottega di Antonio Badile. Ma è il suo mentore, Michele Sanmicheli, a introdurlo alle suggestioni della «maniera nuova», sia quella di matrice tosco-romana, rappresentata soprattutto da Giulio Romano, allievo di Raffaello, a lungo attivo nella vicina Mantova, sia il suo versante emiliano, riconducibile all’opera del Correggio e del Parmigianino. Una matrice che caratterizzerà la sua cifra anche durante tutto il periodo veneziano, nonostante gli innegabili influssi di Tiziano, a cui fu legato da vicendevole ammirazione, da cui si affrancò, poi, anche se, una volta operativo a Venezia, fu proprio il Vecellio a sostenerlo presso le autorità cittadine, a introdurlo nella cerchia di Palladio che stava rivoluzionando l’architettura del tempo. Molte  ed uniche le collaborazioni tra Palladio e Veronese, una per tutte; la Villa Barbaro a Maser di Treviso, capo d’opera dell’Architetto, affrescata dal Pittore del Cromatismo innovativo, poi tutto proprio, originale, dalla cifra artistica ‘in toto’ inconfondibile. Ma la modernità di Paolo Veronese ha superato ogni confine temporale, per arrivare ai giorni nostri, alla Settima Arte, il Cinema ed oltre: il britannico Peter Greenaway, regista, pittore, archivista, e molto più ancora, l’ultimo, forse, degli Eclettici del Cinquecento, che da molti anni afferma che il cinema è morto, ha ‘usato’, alcuni anni fa, uno dei Conviti in Casa Levi del Veronese, quello delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, smembrandolo, ricostruendolo, dandogli altre luci, per poi, enfin, ricondursi al capolavoro primario: un ‘Classico’ rimarrà per sempre, un Classico – parola di T.S. Eliot.

di Maria Cristina Nascosi Sandri

                    
 

 LA MOSTRA
ALESSANDRO POSCIO, COLLEZIONISTA APPASSIONATO
DA HAYEZ A FORNARA, DA SCIPIONE A MESSINA DOMODOSSOLA (VB)  A CASA DE RODIS
DALL’8 GIUGNO 2014 AL 31 GENNAIO 2015
John CONSTABLE, Tramonto sulla senna                            Francesco HAYEZ , Orante, 1869
Recentemente restaurata, la storica residenza nel cuore della città piemontese, accoglierà la prima esposizione del ciclo che presenterà, in momenti successivi, i tesori della Collezione Poscio. Domodossola si riappropria di Casa De Rodis, un patrimonio storico-architettonico di grande importanza, che diventa nuovo spazio espositivo.La residenza di origine medievale, che sorge nel cuore della città piemontese, rinata dopo un lungo e attento restauro, è ora pronta ad accogliere una serie di iniziative che ripercorreranno il gusto collezionistico di Alessandro e Paola Poscio. Il primo appuntamento è in programma dall’8 giugno 2014 al 31 gennaio 2015, con la mostra Alessandro Poscio, collezionista appassionato. Da Hayez a Fornara, da Scipione a Messina, curata da Michele Bonuomo, col patrocinio del Comune di Domodossola, che presenterà un nucleo di 110 opere di maestri quali, John Constable, Franceso Hayez, Giovanni Fattori, Giovanni Segantini, Giuseppe De Nittis, Ottone Rosai, tutte provenienti dalla raccolta dei coniugi domesi. La Collezione Poscio nata dalla passione per l’arte di Alessandro, imprenditore edile, e della moglie Paola, si è sviluppata lungo un percorso di oltre mezzo secolo. Grande merito per la sua formazione sono state le frequentazioni con gli artisti, primo fra tutti Carlo Fornara e le lunghe domeniche passate nel suo atelier. Ma ogni opera racconta la storia racchiusa dentro l’emozione degli incontri, degli improvvisi innamoramenti e delle impreviste rivelazioni, che li hanno condotti a collezionare dipinti e sculture che coprivano un ampio arco cronologico, ma che ha trovato un porto sicuro nella pittura di paesaggio e di genere, prodotta tra la metà dell’Ottocento, e gli inizi del Novecento.  Il primo episodio espositivo si prefigge proprio di esplorare questo ambito e si apre idealmente con l’autoritratto di Carlo Fornara (1871-1968) e con uno dei suoi capolavori più conosciuti, “Chiara pace”, dipinto nel1903, quando l'artista si rifugiò in alta montagna condividendo la rude vita dei pastori. E uno di essi è il protagonista della scena: sembra riposare all'ombra di un albero, ma la sua presenza conferisce all'assolato, luminoso paesaggio montano una dimensione di “chiara pace”. Del pittore divisionista verranno proposte altre tele, come Temporale, Paesaggio, Ricordanze, attorno alle quali ruoterà le sezione dedicata a quegli autori formatisi alla Scuola di Belle Arti della valle Vigezzo, quali Enrico Cavalli, Giovanni Battista Ciolina, Lorenzo Peretti Junior, Gian Maria Rastellini. Il percorso espositivo spazia poi dalla pittura di paesaggio, come l’intenso tramonto sulla Senna di John Constable, le tormentate vedute romantiche di Antonio Fontanesi, o quelle di Giovanni Fattori, Giuseppe De Nittis, Pompeo Mariani, Daniele Ranzoni e Telemaco Signorini, alla straordinaria stagione ritrattistica, qui rappresentata dallo scugnizzo di Antonio Mancini, dalla popolana veneta di Giacomo Favretto e dalla pia donna orante di Francesco Hayez.  Non manca una ricognizione sull’arte del Novecento con la coppia di fidanzatini abbracciati di Ottone Rosai, che percorrono scenari di ispirazione classica in una sospensione quasi metafisica, o con l’olimpica retorica del Cavallino bianco di Giorgio de Chirico.  Due sezioni verranno poi riservate ad altrettanti capitoli della collezione Poscio; da un lato, la scultura, dove s’incontreranno, tra le altre, le ballerine nelle interpretazioni di Francesco Messina e Paolo Trubetzkoy, i vigorosi bronzi di Leonardo Bistolfi, una sognante testa di ragazza di Silvestro Lega, fino alla classicità plastica di Wolfang Alexander Kosuth.  Dall’altro, verrà presentata una selezione dell’imponente corpus della collezione dedicata al disegno, con opere, tra gli altri di Jacques-Louis David, Mosè Bianchi, Filippo De Pisis, Scipione, Domenico Induno.

 Orari:    sabato e domenica, dalle 10.00 alle 19.00 (altri orari su prenotazione)
Ingresso libero    Informazioni:   
tel. + 39 347 7140135 - 
info@collezioneposcio.it - Sito internet   www.collezioneposcio.it